Attenzione: se non avete letto il
libro, e non volete sapere come va a finire, non leggete questo
pezzo.
Ho appena terminato la lettura
dell'ultimo successo editoriale di Dan Brown, Inferno. La costruzione
del racconto mi ha lasciato molto perplesso. Navigando in rete ho
trovato parecchie recensioni ma nessuna che abbia colto alcune
incongruenze che secondo me ci sono nello svolgimento della trama, e
quindi ho deciso di parlarne nel mio blog.
Per spiegarmi, devo per forza di cosa
raccontarvi brevemente cosa succede nella storia e come va a finire:
per questo l'avvertimento all'inizio dell'articolo.
Il “cattivo” del racconto (ma alla
fine scopriremo che non era poi così cattivo) è Bertrand Zobrist,
un brillante scienziato che ritiene che l'umanità sia condannata ad
estinguersi a causa del sovraffollamento e che quindi decide di
eliminare gran parte del genere umano attraverso un virus da lui
inventato.
Lo scienziato rivela la sua intenzione
all'Organizzazione mondiale della sanità, che ovviamente non è
d'accordo e lo fa aggiungere nella lista dei terroristi.
Zobrist decide allora di lavorare
indisturbato al suo progetto e incarica una potenze organizzazione
privata, il Consortium, di proteggere la sua privacy rendendolo
irrintracciabile a chiunque lo cerchi.
Una volta preparato il virus, Zobrist
decide di liberarlo nel mondo in un punto segreto, e gira un video in
cui annuncia che risolverà il problema della sovrappopolazione in
maniera drastica e terribile.
Dopo aver nascosto il virus in modo che
si rilasci da solo nel giorno da lui deciso, lo scienziato affida il
video al Consortium in modo che lo diffonda lo stesso giorno in cui
si avrà il rilascio del virus. Poi, rintracciato dall'OMS, si butta
giù da un campanile di Firenze.
A questo punto la direttrice dell'OMS ha solo un indizio molto difficile da interpretare e decide di chiamare il solito esperto di simboli Langdon per decifrarlo.
A questo punto la direttrice dell'OMS ha solo un indizio molto difficile da interpretare e decide di chiamare il solito esperto di simboli Langdon per decifrarlo.
L'indizio è un piccolo cilindro che
proietta sul muro la mappa dell'inferno disegnata da Botticelli, ma
modificata da Zobrist in modo che sia un rebus da decifrare.
Langdon decifra la mappa e scopre che
il successivo indizio è a Firenze nascosto nella maschera funebre di
Dante Alighieri.
A questo punto Langdon viene catturato
dal Consortium che gli provoca una amnesia e gli fa credere che sia
stato colpito di striscio alla testa da un colpo di pistola. Tutto
questo per convincerlo a cambiare campo e anziché lavorare per l'OMS
si metta a lavorare per loro.
La trama si complica sempre più, ma
alla fine comunque Langdon, seguendo uno schema narrativo che ha
fatto il successo del Codice da Vinci, decifra tutti gli enigmi e
arriva a trovare il virus a Istambul, con l'aiuto dell'OMS e del
consortium che nel frattempo, dopo essersi combattuti per tutto il
libro, decidono di far fronte comune per combattere l'epidemia.
Comunque arrivano tardi e il virus è
stato rilasciato una settimana prima di quanto Zobrist aveva
annunciato, per evitare che qualcuno potesse bloccarlo.
Si scopre però che il virus
rilasciato, che ha già contagiato tutta la popolazione mondiale, in
realtà non uccide nessuno ma rende sterile un terzo della
popolazione mondiale, riducendo così le nascite e il conseguente
sovraffollamento.
Veniamo alle incongruenze nella trama
che dicevo all'inizio.
1 – Perche Zobrist rivela all'OMS il
suo progetto finendo così nel mirino dell'organizzazione e dovendo
quindi ricorrere al Consortium per non essere trovato? Se uno non
vuol far sapere i suoi progetti, non li dice in giro. Una mossa, più
che da scienziato pazzo, da scienziato scemo.
2 – Perchè Zobrist lascia una
enigmatica traccia di indizi che conduce al luogo segretissimo in cui
ha nascosto il virus? Perchè incide dietro la maschera di Dante una
rima che Langdon decifra finendo prima a Venezia e poi a Instambul?
Se uno vuol tenere un segreto, mica lascia indizi per quanto
indecifrabili!
3 – temendo che qualcuno possa
decifrare gli indizi che lui stesso ha lasciato, Zobrist diffonde il
virus prima della data che ha detto. Questo punto è paradossale,
semplicemente. Bastava che lo scienziato stesse zitto, e lavorava in
pace al suo piano senza problemi.
L'unico motivo della scia di indizi
lasciati dallo scienziato pazzo (o scemo) è che senza di questi, Dan
Brown non avrebbe potuto scrivere il libro.
Durante la lettura il libro avvince. Ci
si immerge in continui colpi di scema con un ritmo da film di azione
ma una volta posato il libro, se si riflette sulla trama, ci si
accorge che non sta in piedi.
Alcune recensioni puntato il dito sulle
incongruenze storiche del libro. La maschera mortuaria di Dante, ad
esempio, non esiste nella realtà. O meglio, esiste ma non è una
maschera mortuaria (cioè ricavata direttamente dal calco del volto
del defunto immediatamente dopo il decesso) ma un manufatto molto più
recente.
Queste imprecisioni storiche ci possono
anche stare, il fondo si tratta di un romanzo e non di un saggio
storico.
L'impressione (mia) è che Dan Brown
abbia dipanato una storia molto avvincente, ma che alla fine del
libro non avesse la minima idea di come chiuderla e sia finito in un
pasticcio in cui tutta la trama stessa non regge.
Alla fine, e questa è la parte più
ridicola del libro, gli sforzi congiunti di tutti gli attori non
riescono comunque a impedire la diffusione del virus e quindi tanto
valeva che se ne andavano al bar a bersi una birra fin dall'inizio.
Per fortuna il virus letale che avrebbe dovuto sterminare tutti, si
scopre essere un anticoncezionale orale di straordinaria efficacia.
In realtà, per tutto il libro Langdon
si rammarica di aver perso il suo orologio di Topolino che porta da
quando è bambino. Nell'ultimo capitolo finalmente lo ritrova e
questa potrebbe essere la chiave di lettura giusta per il libro. La
storia del virus, di Dante, ecc ecc è tutta un trucco narrativo per
accompagnare il vero mistero del libro: dove è finito l'orologio di
Topolino di Langdon?