mercoledì 17 febbraio 2016

DA PADRE PIO A PAPA FORMOSO, UNA LUNGA STORIA HORROR.

Papa Formoso durante il sinodo del cadavere in un   dipinto
Il tour del cadavere di Francesco Forgione, meglio noto come Padre Pio, mi ha lasciato abbastanza inorridito. Un corpo inanimato, ricoperto da una maschera di silicone prodotta dalla Gems Studio, azienda londinese specializzata nella ricostruzione di volti di personaggi famosi per gli usi più vari: uno dei suoi maggiori clienti è il museo delle cere di Madame Tussaud. Maschera che serve a dimostrare la santità dei poveri resti, che se incorrotti dal tempo sono segno divino. Peccato che il corpo di Forgione sia diventato subito nero e puzzolente, e così i suoi “fedeli” hanno provveduto ad un po' di trucchetti.
In santa romana chiesa il gusto del macabro è sempre stato forte. Non c'è chiesa che non abbia una tibia di un santo, una scapola di una santa, un mignolo di un beato. Una schifezza, secondo me, che configura il reato di vilipendio di cadavere.
Ma il massimo del gusto del macabro la chiesa romana l'ha raggiunto in un episodio poco noto, passato alla storia come il Sinodo del cadavere.
Siamo alla fine del IX secolo, e questa storia riguarda Formoso, 111° papa della chiesa romana.
L'enciclopedia cattolica – che è una roba che i cattolici prendono sul serio – ci dice che Formoso nacque probabilmente a Ostia, vicino a Roma, più o meno nell'anno del Signore 816. Non si sa molto della prima parte della sua vita, e non si sa neppure quale fosse il suo vero nome e di chi fosse figlio. Le prime notizie risalgono al 864, quando Formoso aveva 48 anni e a quei tempi era già una bella età. In quell'anno viene nominato Vescovo di Porto, che non è la Città del Portogallo ma una chiesa nei pressi di Fiumicino.
Formoso probabilmente era un “maneggione” di livello: dopo Porto, prima è in Bulgaria, poi in Francia, per poi tornare a Roma nel 872, in occasione della morte del Papa Adriano II. Formoso è tra i favoriti, candidato della corrente filo-germanica, ma la spunta Giovanni VIII, filo-francese.
Poco dopo l'elezione del nuovo Papa, a Roma le due fazioni cominciano a menarsele di Santa (!) ragione e Formoso scappa da Roma. Siamo nell'876.
Papa Giovanni lo scomunica, ma due anni dopo le pressioni francesi fanno si che il Papa ritiri la scomunica, a patto che Formoso si riduca allo stato laicale e non metta mai più piede a Roma. Nel 882 anche papa Giovanni muore, e al suo posto sale al soglio pontificio Marino I, che riabilita Formoso e lo rinomina vescovo di Porto. Martino resiste per due anni, poi muore lasciando il posto a Adriano III che resiste pochi giorni prima di morire improvvisamente. Dopo di lui arriva Stefano V che resiste un poco di più, 6 anni. A quei tempi, l'espressione “ogni morte di Papa” non rappresentava un intervallo di tempo molto lungo...
Nell'891 la fazione filo-germanica ha la meglio e Formoso viene eletto Papa. Il suo pontificato dura fino all'896, quando muore per probabile avvelenamento. Viene sepolto, come tutti i Papi, in San Pietro.
Ma la morte non mette fine alla storia di Formoso, anzi, il bello deve ancora venire. Dopo di lui viene eletto papa Stefano VI, membro del partito spoletino avverso da Formoso, che decide di processare il suo predecessore. Il fatto che sia morto da 9 mesi poco importa al nuovo Papa. Fa esumare i cadavere di Formoso, lo veste a puntino, lo fa sedere di fianco a lui e gli fa il processo.
Una scena che neppure i peggiori registi di film horror hanno mai immaginato: visto che Formoso non può rispondere alle domande dei giudici, gli viene posto accanto un diacono perché parlasse in sua vece.
Quando veniva data la parola al cadavere, il diacono rispondeva, riporta la cronaca dell'epoca, dicono i cronisti, con una voce rauca e profonda come se venisse dall'aldilà.
Assistono al processo tutta la curia romana, di fronte al popolo di Roma. Il cadavere di Formoso è legato su un trono nella sala del concilio, ricoperto con sacre vesti pulite, dopo essere stato denudato.
“Sul corpo nudo si era scoperto il cilicio ancora conficcato nelle carni. Il dorso ne portava le tracce simili ad una flagellazione. Un taglio più profondo all’emitorace sinistro tra la quinta e la sesta costola pareva procurato da una lancia. Il capo era ripiegato sulla clavicola, la fronte libera dalla mitria pontificia, aveva dei segni come di rami spinosi dell’acantus orientalis. Il corpo irrigidito sullo scanno pendeva da una parte come se l’opprimesse il braccio trasversale di un’invisibile croce.
Il lezzo del cadavere rendeva irrespirabile l’aria dolciastra, invano contrastata dalle fumigazioni dell’incenso sui bracieri.”
Mamma mia, che schifezza! Formoso viene condannato, denudato, gli strappano tre dita della mano destra – quelle che usava per benedire – e il suo corpo nudo e decomposto viene trascinato per Roma.
Alla fine viene buttato in Tevere. Finita la storia? Non ancora! Il cadavere viene ritrovato venti miglia a valle, su una spiaggia di Ostia, da un monaco, che lo porta via con sé e lo nasconde. L'anno dopo anche Stefano VI muore, e il cadavere di Formoso risalta fuori, viene riportato a Roma e nuovamente sepolto in vaticano.
Sono passati più di mille anni da questa vecchia storia, ma lo stile non è cambiato.