martedì 23 luglio 2013

RECENSIONE INFERNO DAN BROWN

Il vero mistero del libro dell'ultimo libro di Dan Brown: che fine ha fatto Topolino? 
Attenzione: se non avete letto il libro, e non volete sapere come va a finire, non leggete questo pezzo.
Ho appena terminato la lettura dell'ultimo successo editoriale di Dan Brown, Inferno. La costruzione del racconto mi ha lasciato molto perplesso. Navigando in rete ho trovato parecchie recensioni ma nessuna che abbia colto alcune incongruenze che secondo me ci sono nello svolgimento della trama, e quindi ho deciso di parlarne nel mio blog.
Per spiegarmi, devo per forza di cosa raccontarvi brevemente cosa succede nella storia e come va a finire: per questo l'avvertimento all'inizio dell'articolo.
Il “cattivo” del racconto (ma alla fine scopriremo che non era poi così cattivo) è Bertrand Zobrist, un brillante scienziato che ritiene che l'umanità sia condannata ad estinguersi a causa del sovraffollamento e che quindi decide di eliminare gran parte del genere umano attraverso un virus da lui inventato.
Lo scienziato rivela la sua intenzione all'Organizzazione mondiale della sanità, che ovviamente non è d'accordo e lo fa aggiungere nella lista dei terroristi.
Zobrist decide allora di lavorare indisturbato al suo progetto e incarica una potenze organizzazione privata, il Consortium, di proteggere la sua privacy rendendolo irrintracciabile a chiunque lo cerchi.
Una volta preparato il virus, Zobrist decide di liberarlo nel mondo in un punto segreto, e gira un video in cui annuncia che risolverà il problema della sovrappopolazione in maniera drastica e terribile.
Dopo aver nascosto il virus in modo che si rilasci da solo nel giorno da lui deciso, lo scienziato affida il video al Consortium in modo che lo diffonda lo stesso giorno in cui si avrà il rilascio del virus. Poi, rintracciato dall'OMS, si butta giù da un campanile di Firenze.
A questo punto la direttrice dell'OMS ha solo un indizio molto difficile da interpretare e decide di chiamare il solito esperto di simboli Langdon per decifrarlo.
L'indizio è un piccolo cilindro che proietta sul muro la mappa dell'inferno disegnata da Botticelli, ma modificata da Zobrist in modo che sia un rebus da decifrare.
Langdon decifra la mappa e scopre che il successivo indizio è a Firenze nascosto nella maschera funebre di Dante Alighieri.
A questo punto Langdon viene catturato dal Consortium che gli provoca una amnesia e gli fa credere che sia stato colpito di striscio alla testa da un colpo di pistola. Tutto questo per convincerlo a cambiare campo e anziché lavorare per l'OMS si metta a lavorare per loro.
La trama si complica sempre più, ma alla fine comunque Langdon, seguendo uno schema narrativo che ha fatto il successo del Codice da Vinci, decifra tutti gli enigmi e arriva a trovare il virus a Istambul, con l'aiuto dell'OMS e del consortium che nel frattempo, dopo essersi combattuti per tutto il libro, decidono di far fronte comune per combattere l'epidemia.
Comunque arrivano tardi e il virus è stato rilasciato una settimana prima di quanto Zobrist aveva annunciato, per evitare che qualcuno potesse bloccarlo.
Si scopre però che il virus rilasciato, che ha già contagiato tutta la popolazione mondiale, in realtà non uccide nessuno ma rende sterile un terzo della popolazione mondiale, riducendo così le nascite e il conseguente sovraffollamento.
Veniamo alle incongruenze nella trama che dicevo all'inizio.
1 – Perche Zobrist rivela all'OMS il suo progetto finendo così nel mirino dell'organizzazione e dovendo quindi ricorrere al Consortium per non essere trovato? Se uno non vuol far sapere i suoi progetti, non li dice in giro. Una mossa, più che da scienziato pazzo, da scienziato scemo.
2 – Perchè Zobrist lascia una enigmatica traccia di indizi che conduce al luogo segretissimo in cui ha nascosto il virus? Perchè incide dietro la maschera di Dante una rima che Langdon decifra finendo prima a Venezia e poi a Instambul? Se uno vuol tenere un segreto, mica lascia indizi per quanto indecifrabili!
3 – temendo che qualcuno possa decifrare gli indizi che lui stesso ha lasciato, Zobrist diffonde il virus prima della data che ha detto. Questo punto è paradossale, semplicemente. Bastava che lo scienziato stesse zitto, e lavorava in pace al suo piano senza problemi.
L'unico motivo della scia di indizi lasciati dallo scienziato pazzo (o scemo) è che senza di questi, Dan Brown non avrebbe potuto scrivere il libro.
Durante la lettura il libro avvince. Ci si immerge in continui colpi di scema con un ritmo da film di azione ma una volta posato il libro, se si riflette sulla trama, ci si accorge che non sta in piedi.
Alcune recensioni puntato il dito sulle incongruenze storiche del libro. La maschera mortuaria di Dante, ad esempio, non esiste nella realtà. O meglio, esiste ma non è una maschera mortuaria (cioè ricavata direttamente dal calco del volto del defunto immediatamente dopo il decesso) ma un manufatto molto più recente.
Queste imprecisioni storiche ci possono anche stare, il fondo si tratta di un romanzo e non di un saggio storico.
L'impressione (mia) è che Dan Brown abbia dipanato una storia molto avvincente, ma che alla fine del libro non avesse la minima idea di come chiuderla e sia finito in un pasticcio in cui tutta la trama stessa non regge.
Alla fine, e questa è la parte più ridicola del libro, gli sforzi congiunti di tutti gli attori non riescono comunque a impedire la diffusione del virus e quindi tanto valeva che se ne andavano al bar a bersi una birra fin dall'inizio. Per fortuna il virus letale che avrebbe dovuto sterminare tutti, si scopre essere un anticoncezionale orale di straordinaria efficacia.
In realtà, per tutto il libro Langdon si rammarica di aver perso il suo orologio di Topolino che porta da quando è bambino. Nell'ultimo capitolo finalmente lo ritrova e questa potrebbe essere la chiave di lettura giusta per il libro. La storia del virus, di Dante, ecc ecc è tutta un trucco narrativo per accompagnare il vero mistero del libro: dove è finito l'orologio di Topolino di Langdon?