Chiamiamolo Mohammed. E' nato a
Casablanca 20 anni fa, ma da 15 abita a Novi. Qui ha studiato, qui si
è preso la qualifica di tornitore. Andava tutto bene, fino a poco
tempo fa. Il padre lavorava, la casa in affitto, la tv con la
parabola, un cellulare in tasca la prospettiva di trovare un lavoro
alla fine della scuola.
Poi il papà ha perso il lavoro, e a 55
anni chi lo vuole più? Ha cercato per un po', poi ha deciso di
tornare in Africa. Senza soldi meglio stare là, che qua da noi.
Mohammed non se l'è sentita di mollare tutto. Il Marocco per lui è un paese lontano, dove è stato qualche volta in vacanza. E' Novi il suo paese, ed è rimasto qui trovando da dormire a casa di amici. Ma la mattina deve uscire, e tornare la sera. Di giorno, non è casa sua, ma solo un posto dove dormire.
Mohammed non se l'è sentita di mollare tutto. Il Marocco per lui è un paese lontano, dove è stato qualche volta in vacanza. E' Novi il suo paese, ed è rimasto qui trovando da dormire a casa di amici. Ma la mattina deve uscire, e tornare la sera. Di giorno, non è casa sua, ma solo un posto dove dormire.
Il suo permesso di soggiorno sta per
scadere, e per rinnovarlo deve lavorare. Un lavoro qualsiasi, pur di
fare i documenti e rinnovare il permesso. Perché se scade, lui
diventa un clandestino illegale ed è un reato penale. Deve tornare
in Marocco, l'arabo manco se lo ricorda e i soldi per il biglietto
non li ha. Non ha neppure i soldi per mangiare.
Per fortuna un piccolo artigiano edile
gli offre un lavoro. Finisce a fare il muratore, lui che era il primo
della classe quando c'era da far girare un tornio o una fresa.
Piccoli lavoretti... dà il bianco, stucca, vernicia, mentre il suo
capo gli promette che lo mette in regola e così può fare i
documenti.
Lavora da solo, perché il suo capo non
c'è mai. «Sta tutto il giorno a buttare i soldi nelle macchinette»
mi dice. Il suo capo ha il vizio del gioco e passa la giornata al bar
a giocare alle slot machine. A lavorare anche per lui ci va Mohammed,
ma di stipendio non ne vede.
«Se ti va bene, è così, mi ha detto. Se no, per i documenti vai a chiedere a qualcun'altro.»
Mohammed va a lavorare tutti i giorni, anche per un fatto di dignità e perché se no, cosa fa tutto il giorno. Ma a fame, perché mangia poco e di rado.
«Se ti va bene, è così, mi ha detto. Se no, per i documenti vai a chiedere a qualcun'altro.»
Mohammed va a lavorare tutti i giorni, anche per un fatto di dignità e perché se no, cosa fa tutto il giorno. Ma a fame, perché mangia poco e di rado.
«Ero contento, oggi» gli dico «ma
adesso che mi hai raccontato questa storia, mi girano parecchio.»
Lui si scusa, mi dice che gli spiace.
Spiace anche a me, Mohammed...