Papa Formoso durante il sinodo del cadavere in un | dipinto |
In
santa romana chiesa il gusto del macabro è sempre stato forte. Non
c'è chiesa che non abbia una tibia di un santo, una scapola di una
santa, un mignolo di un beato. Una schifezza, secondo me, che
configura il reato di vilipendio di cadavere.
Ma il
massimo del gusto del macabro la chiesa romana l'ha raggiunto in un
episodio poco noto, passato alla storia come il Sinodo del cadavere.
Siamo
alla fine del IX secolo, e questa storia riguarda Formoso, 111° papa
della chiesa romana.
L'enciclopedia
cattolica – che è una roba che i cattolici prendono sul serio –
ci dice che Formoso nacque probabilmente a Ostia, vicino a Roma, più
o meno nell'anno del Signore 816. Non si sa molto della prima parte
della sua vita, e non si sa neppure quale fosse il suo vero nome e di
chi fosse figlio. Le prime notizie risalgono al 864, quando Formoso
aveva 48 anni e a quei tempi era già una bella età. In quell'anno
viene nominato Vescovo di Porto, che non è la Città del Portogallo
ma una chiesa nei pressi di Fiumicino.
Formoso
probabilmente era un “maneggione” di livello: dopo Porto, prima è
in Bulgaria, poi in Francia, per poi tornare a Roma nel 872, in
occasione della morte del Papa Adriano II. Formoso è tra i favoriti,
candidato della corrente filo-germanica, ma la spunta Giovanni VIII,
filo-francese.
Poco
dopo l'elezione del nuovo Papa, a Roma le due fazioni cominciano a
menarsele di Santa (!) ragione e Formoso scappa da Roma. Siamo
nell'876.
Papa
Giovanni lo scomunica, ma due anni dopo le pressioni francesi fanno
si che il Papa ritiri la scomunica, a patto che Formoso si riduca
allo stato laicale e non metta mai più piede a Roma. Nel 882 anche
papa Giovanni muore, e al suo posto sale al soglio pontificio Marino
I, che riabilita Formoso e lo rinomina vescovo di Porto. Martino
resiste per due anni, poi muore lasciando il posto a Adriano III che
resiste pochi giorni prima di morire improvvisamente. Dopo di lui
arriva Stefano V che resiste un poco di più, 6 anni. A quei tempi,
l'espressione “ogni morte di Papa” non rappresentava un
intervallo di tempo molto lungo...
Nell'891
la fazione filo-germanica ha la meglio e Formoso viene eletto Papa.
Il suo pontificato dura fino all'896, quando muore per probabile
avvelenamento. Viene sepolto, come tutti i Papi, in San Pietro.
Ma la
morte non mette fine alla storia di Formoso, anzi, il bello deve
ancora venire. Dopo di lui viene eletto papa Stefano VI, membro del
partito spoletino avverso da Formoso, che decide di processare il
suo predecessore. Il fatto che sia morto da 9 mesi poco importa al
nuovo Papa. Fa esumare i cadavere di Formoso, lo veste a puntino, lo
fa sedere di fianco a lui e gli fa il processo.
Una
scena che neppure i peggiori registi di film horror hanno mai
immaginato: visto che Formoso non può rispondere alle domande dei
giudici, gli viene posto accanto un diacono perché parlasse in sua
vece.
Quando veniva data la parola al cadavere, il diacono
rispondeva, riporta la cronaca dell'epoca, dicono i cronisti, con una
voce rauca e profonda come se venisse dall'aldilà.
Assistono al processo tutta la curia romana, di
fronte al popolo di Roma. Il cadavere di Formoso è legato su un
trono nella sala del concilio, ricoperto con sacre vesti pulite,
dopo essere stato denudato.
“Sul corpo nudo si era scoperto il cilicio ancora
conficcato nelle carni. Il dorso ne portava le tracce simili ad una
flagellazione. Un taglio più profondo all’emitorace sinistro tra
la quinta e la sesta costola pareva procurato da una lancia. Il capo
era ripiegato sulla clavicola, la fronte libera dalla mitria
pontificia, aveva dei segni come di rami spinosi dell’acantus
orientalis. Il corpo irrigidito sullo scanno pendeva da una
parte come se l’opprimesse il braccio trasversale di un’invisibile
croce.
Il lezzo del cadavere rendeva irrespirabile l’aria
dolciastra, invano contrastata dalle fumigazioni dell’incenso sui
bracieri.”
Mamma mia, che schifezza! Formoso viene condannato,
denudato, gli strappano tre dita della mano destra – quelle che
usava per benedire – e il suo corpo nudo e decomposto viene
trascinato per Roma.
Alla fine viene buttato in Tevere. Finita la storia?
Non ancora! Il cadavere viene ritrovato venti miglia a valle, su una
spiaggia di Ostia, da un monaco, che lo porta via con sé e lo
nasconde. L'anno dopo anche Stefano VI muore, e il cadavere di
Formoso risalta fuori, viene riportato a Roma e nuovamente sepolto in
vaticano.
Sono passati più di mille anni da questa vecchia
storia, ma lo stile non è cambiato.
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