Un pò di culo non guasta |
Il biglietto non è molto economico,
sopratutto per una famiglia di 4. Noi abbiamo preso i biglietti on
line, usufruendo dello sconto soci coop, spendendo 74,90 €. Prima
incongruenza lieve: il pacchetto famiglia non prevede che uno possa
avere due figli, di cui uno under 14 e uno no. Così mio figlio
maggiore di 15 anni resta fuori dal pacchetto famiglia, e alla fine è
quello che paga di più per entrare.
Al prezzo di ingresso va aggiunto il
posteggio, anche quello prenotato on line: 11,90 €. Il parcheggio
offre anche la navetta gratuita per l'expo, ma i 700 metri che lo
separano dall'ingresso si possono fare comodamente a piedi.
Viste le notizie che dicevano che
mangiare all'expo è carissimo, abbiamo optato per l'opzione panini
da casa. Poi vi dirò sui prezzi che abbiamo trovato all'interno.
Ci presentiamo ai cancelli in orario
pre-apertura, ma c'è già coda. Se odiate le code, come me, dovrete
farvene una ragione. Comunque in 10 minuti siamo dentro.
Primo padiglione visitato quello
dell'Oman: bello, ci parla dell'importanza dell'acqua. Al bancone
c'è una bella ragazza (le belle ragazze si sprecano, negli stand
all'expo). Penso “va che bionde ci sono in Oman”, poi scopro che
è italiana.
Poi padiglione della Russia, che ci
spiega che loro sono il granaio del mondo. Grazie, lo sapevo già.
Al padiglione del Giappone, che
giapponese precisione, c'è una cartello che indica l'attesa della
coda: alle 10 e mezza sono già 120 minuti di attesa. Lo saltiamo,
come salteremo tutti gli stand con la coda perché proprio non la
sopportiamo.
Ci dedichiamo ai paesi minori. Il più
misero che vediamo è lo stand (chiamarlo padiglione è troppo) del
Gambia, uno stato che se fossi Senegalese invaderei al volo (guardate
la cartina del mondo e poi mi dite). C'è dentro un tizio che vende
collanine colorate, tipo in spiaggia.
Anche lo stand degli USA è abbastanza
triste, anche se enorme. Grandi schermi, con Obama che spiega il
bisogno di sfruttare correttamente le risorse. Sui lati del
padiglione, delle serre verticali che mostrano che si può coltivare
l'insalata anche sui muri. Come se lo spazio fosse un problema in
America.
L'Austria ha ricreato un bosco nel suo
padiglione: bellissimo, proprio uguale a un sentiero nel bosco che
conosco a 10 minuti di strada da casa mia. Domani ci vado, penso.
La cosa piùcomune, è entrare in uno
stand e trovare qualcuno che ti offre un casco con visore 3d
incorporato: un bel modo per fare vedere le bellezze del proprio
paese. Allo stand della Moldavia me ne mettono uno, mi ritrovo in
cima a una torre altissima e per uno che soffre di vertigini come me
è un'esperienza terrificante.
Visore 3D |
Il tema è il cibo ed è forse questo
il limite dell'expo: sembra un po' di essere a Dolci Terre di Novi,
ma nessuno offre nulla (tranne allo stand del Belgio, dove una
ragazza ci dà un biscotto).
Tristissimo lo stand della Romania:
dentro c'è solo una stanza in cui 4 danzatori in costume
tradizionale mimano lo sgozzamento delle capre, con sottofondo di
belati diffuso dagli altoparlanti. Probabilmente questi poveri cristi
devono ripetere la stessa scenetta dalle 10 alle 21 tutti i giorni,
ininterrottamente, e sono la maschera della rassegnazione.
La cosa che ho trovato più
interessante è l'architettura, le strutture: alcune sono davvero
strepitose, come l'alveare ricreato in acciaio inox dalla Gran
Bretagna. A parte quello però, non c'è nulla. Uno potrebbe pensare
che l'unica attività svolta dagli inglesi sia allevare api. Del
resto, la cosa migliore che gli inglesi possano fare, sotto il tema
“nutrire il mondo” è impegnarsi a stare lontani dai fornelli.
Il decumano – la strada principale
dell'expo – è lunga e protetta da una lunga serie di vele che
trovo spettacolari dal punto di vista tecnico. L'albero della vita è
di nuovo molto bello, anche se trovo le vele più pregevoli. La coda
più terrificante è al padiglione italia, che quindi saltiamo con
rammarico. (vedi video)
In generale, il cardo (strada che interseca il decumano) in cui stanno i vari padiglioni regionali italiani è la parte più bella dell'expo.
In generale, il cardo (strada che interseca il decumano) in cui stanno i vari padiglioni regionali italiani è la parte più bella dell'expo.
Stranamente tutto sembra funzionare
bene, code a parte. E' tutto pulito e curato, ci sono erogatori di
acqua fresca -anche gassata – un po' dappertutto. Rassicurante la
presenza delle forze dell'ordine: carabinieri che vanno avanti e
indietro su golf car elettriche, e agli ingressi esterni militari in
mimetica.
Veniamo al cibo: mi avevano
preannunciato che il costo della ristorazione all'interno era
proibitivo. Ecco, io non so cosa si intenda per proibitivo, ma pagare
5 € per un Hamburger mi sembra abbastanza nella norma. Certo, ci
sono posti dove lo si può pagare di meno, ma ho visto anche prezzi
molto più esosi in località turistiche. Le tentazione del cibo
esotico è forte, e alla fine ci facciamo tentare dal padiglione
della Lituania. Mangio un strepitosa zuppa di funghi servita dentro a
una cosa di pane, che da noi si chiama panettone. Insomma, un
panettone pieno di zuppa di porcini: strepitosa! Mio figlio prende
una zuppa di Yogurt, cetrioli e barbabietola, che sembra il gelato al
puffo. Spendiamo 14 euro, e secondo me sono spesi bene. Poi, se
pensate che l'expo, come dicevo prima, è Dolci Terre di Novi e gli
espositori fanno a gara a farvi assaggiare la loro focaccia, sarete
delusi.
Il panettone lituano ripieno di zuppa di funghi |
Egoisticamente, il vero problema
dell'expo è la troppa gente: ma non potevate andare tutti al mare e
lasciarmelo visitare da solo, o al limite con uno o due bus di
universitarie svedesi?
Quasi tutte le nazioni hanno scelto di
mostrare i loro prodotti primari: l'agricoltura la fa da padrona.
L'unico stand desolatamente vuoto è quello della pomposa
“associazione internazionale degli agronomi”, che non se li fila
nessuno. Chissà cosa hanno speso per quello spazio... si vede che i
fondi non mancano.
La cosa che ho trovato più
interessante è l'esposizione, in vari stand, delle serre
idroponiche. Credevo fossero una roba da libri di fantascienza,
invece esistono ed è possibile mettersele in casa, senza terra e
riciclando l'acqua, a impatto zero con un bel pannello solare che
regola temperatura, luce e umidità. Il bello di queste serre è che
lì dentro è sempre la stagione giusta, e puoi avere insalatina
fresca tutto l'anno, pomodori e peperoni. Non male, ne voglio una, e
ho scoperto che in rete ci sono i progetti per auto-costruirsela. Ne
facciamo una?
La nostra visita finisce alle 17: lo
smartphone ci dice che abbiamo percorso quasi 20 chilometri a piedi,
ma non li sento. Sarà il panettone lituano pieno di zuppa di funghi?
Se non volete fare code, se non vi
piace camminare, state a casa. Ma se siete gente curiosa, non
perdetevelo.
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