sabato 31 dicembre 2016

2017: il mio messaggio per il nuovo anno



Una biosfera
Una volta vidi in vendita una biosfera. Un bellissimo oggetto, molto educativo, costituito da una sfera di vetro chiusa ermeticamente con dentro  acqua, aria, un gamberetto e alghe. Le alghe crescono grazie alla luce del sole, il gamberetto mangia le alghe, le alghe mangiano gli escrementi del gamberetto. Un sistema chiuso che al suo interno ha più o meno quello che serve per perpetuare la vita, almeno per un po' e almeno finché esponendola alla luce le permettiamo di svolgere il suo ciclo vitale.
Un oggetto bello, ma che mette tristezza. Se ci pensate però è più o meno quello che facciamo qui sulla terra. Abbiamo il sole che ci dà energia, e il resto è tutto scambio interno. L'erba cresce e tutto il resto di conseguenza. Anche il petrolio su cui si basa la nostra economia e la nostra politica energetica nasce da questo ciclo: materiali organici di milioni di anni fa che lentamente si sono trasformati in quest'olio fossile ricco di energia, la stessa che le piante di milioni di anni fa hanno ricevuto dal nostro sole.
La popolazione mondiale negli ultimi 50 anni è più che raddoppiata. Il numero di persone sulla terra è aumentato di più da quando sono nato io a oggi, che dall'anno 1000 al 1967. Le stime ci dicono che entro il 2050 saremo 10 miliardi. Noi siamo i gamberetti in quella biosfera di vetro, e siamo aumentati a dismisura.
Ma come mai siamo cresciuti così tanto? Merito della tecnologia, che ci ha permesso di sfruttare più intensamente le risorse del pianeta e di avere maggiore mobilità. Il problema è che per farlo abbiamo dovuto intaccare quelle che si chiamano apposta risorse non rinnovabili. Il petrolio, il gas naturale, il carbone. Abbiamo devastato territori vergini per coltivare l'olio di palma, che non fa male a noi ma che fa male alla terra.
Abbiamo emesso, e stiamo emettendo nella nostra atmosfera tutto il CO2 che possiamo. Questo ha provocato l'innalzamento delle temperature, dando vita ai cambiamenti climatici di cui ormai ci accorgiamo tutti. Pochi giorni fa, a Natale, abbiamo avuto quasi 20 gradi di temperatura. 20 gradi a  Natale!
I ghiacci si sciolgono, a causa dell'innalzamento della temperatura. E la temperatura a sua volta si innalza a causa dello scioglimento dei ghiacci. Alcune zone del pianeta andranno sott'acqua, la corrente del golfo si fermerà e per il nord d'europa avremo una nuova glaciazione. Il petrolio finirà entro 60 anni, le terre coltivabili diminuiranno e la popolazione continuerà ad aumentare.
Non sono catastrofico, ma semplicemente realista. La domanda che ci dobbiamo fare è se siamo ancora in tempo per cambiare direzione. La maggior parte degli analisti dicono che ormai è troppo tardi.
La cosa che mi fa stare davvero male è che il mio sperperare le risorse del pianeta (perchè è colpa mia, è colpa vostra, mica di altri) lo pagheranno i miei figli, i miei nipoti, in un  futuro che non è così lontano.
Il problema è che se ci convinciamo che è troppo tardi per frenare prima del burrone, e andiamo avanti allegramente come il titanic verso l'iceberg, facendo finta di non vederlo, facciamo davvero una brutta figura. Cosa penseranno di noi i probabilmente pochi abitanti del nostro pianeta tra 100 o 200 anni? Che eravamo degli incoscienti, dei lemming che corrono verso la scogliera.
Il problema spetta a noi. Spetta ai nostri movimenti politici, che dovrebbero avere l'alto compito di trovare il modo migliore di amministrare il pianeta.
Il 7 dicembre 1972 la navicella Apollo 17 scattò
la famosa foto “blue marble”, la biglia blu.
Il 7 dicembre 1972 la navicella Apollo 17 scattò la famosa foto “blue marble”, la biglia blu. Fu la  prima foto a colori del nostro pianeta pienamente illuminato dal sole visto dallo spazio dalla distanza di 45mila chilometri. Una foto che finì su tutti i giornali e fece nascere i primi movimenti ambientalisti. La nostra casa vista dallo spazio è così bella e così fragile. Dovevamo impegnarci a tenerla bene, capimmo allora, perchè non è nostra ma dei nostri figli.
Oggi, se leggiamo i programmi di tutti i movimenti politici, un capitoletto  sull'ambiente non se lo dimentica nessuno. I movimenti politici esclusivamente ambientalisti però non hanno mai avuto molta fortuna dal punto di vista elettorale, perché le persone hanno i loro problemi quotidiani più impellenti da risolvere. Il 2016 che finisce oggi e il 2017 che arriva stasera sono anni strani, brutti.
Mentre l'uomo dovrebbe impegnarsi per risolvere globalmente il problema dell'ambiente, ci dibattiamo in problemi che avremmo dovuto lasciarci dietro 1000 anni fa. E' in corso una guerra di religione, e mettetela come volete ma la stessa esistenza di movimenti religiosi che si pongono l'obiettivo di eliminare fisicamente chi non la pensa come loro  è talmente medioevale da fare rizzare la  pelle a chiunque ha un po' di cultura. Noi abbiamo di fronte un burrone, e abbiamo chi sgozza per motivi religiosi: non riesco a immaginare nulla di più stupido. Sarebbe addirittura più sensato sperperare tutto negli ultimi giorni, abbandonandoci a qualunque vizio, piuttosto che questo.
Il problema è che oggi la coscienza ambientale si declina o in ridicoli amori per gli animali, come se mettere il cappottino al cane fosse qualcosa di ecologico (nulla in contrario all'amore per gli animali, li adoro pure io ma non c'entra nulla con l'ambiente) oppure in movimenti radicali che pensano che impedire la costruzione di un ponte o di una ferrovia salvi l'ambiente.
L'ambiente lo salviamo anche attraverso le infrastrutture, invece. Riducendo l'impatto ambientale della produzione e del trasporto delle merci, anche se ci costa abbattere un bosco qui, per salvarne 100 là.
La nostra politica ambientale spesso si è ridotta a slogan di auto sempre meno – a parole – inquinanti. Euro 3, 4, 5, 6 e via così. Ma se bruci un litro di benzina, sia che lo bruci nel motore di una vespa anni '50, o nel moderno motore multivalvole catalitico e chi più ne ha ne metta, sempre un litro è. Sempre quelli sono i composti inquinanti prodotti, magari li spostiamo solo di posto. Dall'aria alla marmitta catalica, ma sempre quella è la roba che produciamo, che in sé non è buona o cattiva, ma è solo troppa. Quello che proprio non riusciamo a  capire è il rendimento energetico, che non è mica un concetto così difficile. Portare merci sul treno è più ecologico che portarle sul camion perché il treno è elettrico e il rendimento energetico di un motore elettrico è enormemente maggiore di quello di un motore endotermico. E' più ecologico perché il rendimento di una centrale di produzione di energia elettrica per far andare il treno, foss'anche a carbone, è molto più alto del rendimento di tanti piccoli motorini sparsi sulle strade.
Invece abbiamo messo norme che ci hanno costretto a cambiare l'auto, facendoci credere che lo facevamo per l'ambiente. Ma quanto vale in inquinamento l'auto che avevamo, che improvvisamente da mezzo di trasporto è divenuta rifiuto speciale? Quanto abbiamo inquinato per produrre l'auto nuova, e quanto abbiamo inquinato per guadagnare i soldi che ci sono serviti per acquistarla? E intanto abbiamo continuato a bruciare petrolio. L'incentivo non avremmo dovuto darlo per cambiare l'auto, ma per comprare la bici, o per far durare di più quella vecchia.
Cosa c'è di ecologico nel produrre sempre nuovi televisori e buttare via quelli vecchi? E' classe AA++, ti convincono. E tutti via ad abbandonare dal cassonetto la vecchia tv, piena di sostanze tossiche per l'ambiente.
La vera rivoluzione la facciamo nelle nostre case, cominciando a mangiare meno risorse. E questo non vuol dire metterci a dieta, o rinunciare alle nostre comodità, ma usando quello che abbiamo. La vera rivoluzione sta nell'acquistare meno merci, e selezionarle in base alla strada che hanno fatto. Più un prodotto è fatto vicino a noi, meno ha inquinato per essere trasportato a casa nostra. Invece noi abbiamo continuato a comprare l'acqua Fiuggi, che viene da Roma, e abbiamo fatto fallire le fonti Feja, che erano a 10 chilometri da qui. Bel colpo.

Dobbiamo smetterla di acquistare non i prodotti, ma la loro pubblicità. L'acqua che fa fare la “plin plin” non costa di più perchè è più buona, ma perchè deve pagare Del Piero e l'altra tizia per dire cretinate  e sopratutto deve investire milioni per far girare i suoi spot sulle nostre tv. Non compriamo l'acqua, ma lo spot. Bravi scemi.
La vera rivoluzione ambientale sta nel non cambiare la tv, e spendere gli stessi soldi nel ristorante sotto case, bevendo buon vino e dando la mancia al cameriere. Così facciamo girare l'economia.
Invece oggi è tutto usa e getta, e nessuno ripara più nulla. Tutto diventa rapidamente spazzatura e magari qualcuno pensa pure di essere ecologico nel farlo.
Quello che dovrebbero fare i nostri politici, i partiti che noi votiamo (con buon pace di quelli che pensano di essere rivoluzionari non andando a votare, se siete tra quelli smettete pure di leggere tanto è una battaglia persa con voi) è introdurre una nuova tassa.
Sto parlando della carbon tax, una tassa sulle risorse energetiche che emettono biossido di carbonio nell'atmosfera. È una di ecotassa, che è stata proposta dagli economisti come preferibile in quanto tassa un "male" anziché un "bene".
Ovviamente sono un visionario: nessuno voterebbe un partito che propone l'introduzione di una nuova tassa. Meglio promettere l'abolizione di imu, tasi, ecc e prendere voti così.
Quindi, buon anno a tutti. Verso il muro.





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