giovedì 25 aprile 2013

A PROPOSITO DI TERZO VALICO

Lunedì scorso il Consiglio Comunale di Novi si è riunito per discutere, ancora una volta, di terzo valico ferroviario. Purtroppo non stavo bene e non sono potuto andare – la mia prima assenza. Ma mi ero preparato qualcosa da dire, e lo dico qui.
L'impatto che l'opera del terzo valico avrà sulla nostra città, sia durante la fase di esecuzione dei lavori, sia quando l'opera sarà terminata e funzionante, sarà enorme. Dobbiamo risalire al 1850, quando la regia ferrovia Torino-Genova arrivò a Novi Ligure, per trovare l'altro evento che cambiò radicalmente volto, e storia, alla nostra città.
Ora Novi si trova di fronte ad un nuovo momento epocale. Così come nel 1850 il Re non chiese ai novesi se volevano la ferrovia, così oggi la legge obbiettivo non ci chiede un assenso su questa grande opera. Ciò non ci toglie però il diritto di esprimere le nostre osservazioni e considerazioni.
Una mozione presentata da Unità per Novi e una presentata dall'Italia dei Valori ci chiedono – nuovamente - un parere su questo progetto. Un parere che, ricordiamolo, non sarà vincolante per chi sta lavorando per realizzarlo.
Non è semplice esprimere un parere su questa opera complessa. Quando mi trovo davanti ad un problema complesso, cerco di trasformarlo in sotto-problemi più semplici. Così, la domanda che oggi ci pone la mozione io la divido in altre tre domande.
La prima, se l'opera sia utile di per sé. La seconda, se l'opera sia utile oggi. La terza, se l'opera sia utile a Novi.
Alla prima domanda io rispondo sì. Non ho alcun dubbio sul fatto che il trasporto su ferro sia migliore al trasporto su gomma, così come il trasporto via mare è migliore del trasporto via terra, comandanti vari permettendo. Costa meno e inquina meno, semplicemente.
Io credo che chi dice che senza una rete efficiente e veloce di collegamenti ferroviari rischiamo di restare ai margini dell'Europa dica la verità. Credo si stia giocando, sul tema del trasporto ferroviario, un partita importante per lo sviluppo futuro del nostro paese e come è ovvio c'è anche chi spera che l'Italia resti fuori da questa partita.
Io credo che sia giusto dire che le grandi opere portano lavoro, e il lavoro porta benessere.
Penso che un forte investimento pubblico sulle infrastrutture del paese sia un investimento sul futuro e un investimento sul lavoro. Io vorrei lasciare ai miei figli un paese in cui ci si sposta più velocemente, senza inquinare troppo, senza spendere troppo (perché significa che si spostano tutti, e non solo i più facoltosi) in cui le merci viaggiano e magari durante il transito vengono anche lavorate, prendono valore.
Se analizziamo storicamente i grandi investimenti, le grandi infrastrutture, che nel secolo scorso hanno permesso di creare la rete di trasporto del nostro paese... nessuno può riuscire a sostenere che quegli investimenti siano stati un danno al paese. Sto pensando alle autostrade, alle ferrovie...
Per quanto detto, per i riflessi che hanno sulle persone e sul lavoro, credo che una persona che sta a sinistra non possa avere grandi dubbi sul sostenere le grandi opere per l'impatto generale positivo che esse hanno avuto, e ragionevolmente avranno, sulla società.
Quindi, in termini più generali, sono favorevole alle grandi opere.
Alla seconda domanda (il terzo valico è utile oggi) la risposta non è così netta. Il nostro paese sta attraversando un momento economico e storico difficilissimo. Alla crisi economica si associa un rapporto giunto al minimo livello tra i cittadini e i loro rappresentanti. Non c'è fiducia nei “politici” e nelle loro scelte. In un momento in cui è necessario chiedere sacrifici ai cittadini, occorrerebbe avere una classe dirigente che goda di fiducia e oggi non è così. Questo è un problema grave quanto la crisi economica e occupazionale che il paese sta attraversando.
E' oggi il momento giusto per investire una cifra enorme (oltre 6 miliardi di euro) in una linea ferroviaria? Quante altre priorità ci sono oggi in Italia? Citandone una per tutte, non sarebbe forse più utile mettere mano, con le stesse risorse, al dissesto idrogeologico del paese? Se fossi il Presidente del Consiglio,  direi che oggi il paese ha altre urgenze. Ma sono solo un consigliere comunale di Novi Ligure, e queste scelte non competono a me.
La terza domanda: il terzo valico è utile a Novi? Quest'opera inciderà pesantemente sulla nostra città. Il basso pieve sarà stravolto e se in fase di progettazione esecutiva non si terrà conto delle osservazioni del nostro comune, e si procederà alla realizzazione dello shunt, la situazione sarà ancora più pesante. L'impatto sarà totalmente negativo? Non ho la sfera di cristallo. Non l'ha nessuno. Nessuno oggi è in grado con certezza di fare il conto dei pro e dei contro e rispondere a questa domanda. Ma credo che si possa lavorare per aumentare i fattori positivi e diminuire quelli negativi.
Se il nostro comune, nel 2005, avesse detto semplicemente No al progetto (o semplicemente Si) probabilmente assisteremmo come spettatori a questa opera. La posizione espressa allora da questa amministrazione fu una posizione che evidenziò molte criticità e che io oggi condivido fino in fondo. E' stato fatto uno studio approfondito del progetto e sono state presentate proposte che mirano a mitigare l'impatto dell'opera. Altri comuni non hanno voluto o potuto fare uno sforzo simile e ora rischiano di assistere muti al passaggio della linea. Novi ha presentato un lavoro serio che non è stato possibile ignorare.
Il gruppo di lavoro che si costituì 7 anni fa, e che oggi continua a lavorare, analizzò il progetto è fece delle proposte serie e motivate. Quel lavoro dimostro la serietà che questa amministrazione dedica al problema.
Quell'atteggiamento ci mette in condizione di portare avanti un lavoro fondamentale, che dovrà à impegnarci – noi e chi verrà dopo di noi in questa sala – in una costante opera di monitoraggio.
Sarebbe tutto più facile se non avessimo un po' di diffidenza nel nostro paese. Abbiamo visto in passato grandi opere che si sono trasformate in cattedrali nel deserto. Se al lavoro di realizzazione non si accompagnerà un lavoro di potenziamento del porto di Genova, e una azione forte volta a limitare il trasporto su gomma, il rischio c'è eccome.
Abbiamo visto in passato opere che, durante la realizzazione, hanno visto lievitare enormemente i costi. Abbiamo visto opere minate alle basi dalle infiltrazioni della criminalità organizzata. Questi timori ci sono eccome. Ma non possiamo ridurci a pensare di vivere in un cattivo paese in cui è meglio non fare nulla. Se perdiamo fiducia nelle nostre istituzioni perdiamo tutto. E' anche vero però che le istituzioni fanno di tutto, spesso, per farcela perdere questa fiducia. Ma non possiamo rassegnarci e consegnare il paese alla cattiva politica, al malaffare.
Nel corso dell'ultimo anno abbiamo assistito a qualche tentativo, per lo più infruttuoso, di avviare i lavori. Abbiamo visto un grande movimento popolare che ha espresso una contrarietà chiara all'opera. Quasi tutte le preoccupazioni espresse dal Comune di Novi, e dagli altri Comuni, sono rimaste tali. Non ci sono state risposte certe su temi fondamentali come la presenza di amianto, il rispetto delle falde idriche, l'impatto della cantieristica sul territorio e sul traffico.
12 Comuni tra cui Novi, di fronte a questa assenza di risposte, hanno chiesto una moratoria. Che vuol dire fermare tutto, subito.
Molta polemica e molta disinformazione è stata fatta nell'ultimo periodo. Queste azioni non vanno certo nell'interesse dei cittadini e del territorio, ma giovano solo alla lotta politica e partitica che alcuni hanno messo in campo – permettetemi di essere duro - sulla pelle dei cittadini.
E' stato detto che a Novi abbiamo detto sì al terzo valico in cambio di una rotatoria. Questa affermazione è falsa. In primis, perchè il comune di Novi non ha detto sì, perchè nessuno glielo ha chiesto. La legge obbiettivo, ricordate? Il Comune di Novi ha invece presentato proposte volte a mitigare l'impatto del tracciato e della cantieristica. Tra le tante, ricordo la più importante: la richiesta di eliminazione dello shunt per il raccordo della nuova linea con la storica per Torino. Se accolta, questa proposta porterà due risultati importantissimi. Il primo, l'eliminazione di ben 7 chilometri di tracciato in territorio novese, andando a ridurre in maniera molto forte l'impatto dello stesso sulla nostra campagna. Il secondo, reinserire lo scalo di San Bovo all'interno del tracciato e quindi prospettare uno sviluppo e un rilancio dello stesso.
Se questa richiesta del nostro comune verrà accolta – e una prima delibera lo ha già fatto – saremo riusciti a svolgere un ruolo determinante per ridurre l'impatto dei lavori, e portare a Novi prospettive di sviluppo. Non saremmo riusciti ad ottenere nulla se ci fossi limitati a dire No, e a salire sulle barricate ideologiche.
Quindi, per concludere, io come cittadino dico che questo progetto non sia da fare. Almeno, non ora. Come amministratore, però, ho un compito diverso. Ho il dovere di cercare di tutelare la mia città, e non la mia ideologia personale. E questa tutela – io credo - passa attraverso la volontà di affrontare i problemi, di capirli fino in fondo, e cercare di cogliere tutte le occasioni possibili per far valere, in tutti i tavoli, gli interessi della nostra Città.
Invece noto con dispiacere che questo tema viene usato sempre più da alcune forze politiche locali come occasione di propaganda , come occasione di visibilità. C'è un continuo tentativo di mettere il proprio cappello sul movimento di opposizione e mettere le proprie bandiere in testa al corteo, sperando così di ottenere il consenso dei tanti cittadini che – senza aver bisogno dei partiti – si stanno opponendo a questo progetto. Un tentativo che io credo sia stato ben compreso dai cittadini, sia da quelli che sono contro all'opera, che da quelli – più silenziosi - che sono a favore. La situazione chiede a tutti noi che abbiamo l'onore e l'onere di cercare di amministrare questa Città un atteggiamento profondamente responsabile. Cercare di ottenere i riflettori della stampa locale in questo modo non serve a nessuno.
Dietro a queste mozioni vedo una azione politica che – seppure legittima – non condivido. Il tentativo è quello di alzare la bandiera NOTAV e di voler associare tutti quelli non si schierano con la mozione sotto la bandiera SITAV. Io non mi presto a questo gioco. Può esser comodo fare le “anime belle” e dire in giro “io sono contro”, ma questo non giova alla città.
Questa mozione ha portato in consiglio i giochi della politica, delle segreterie dei partiti. I movimenti di posizionamento dei partiti cittadini in vista delle prossime elezioni amministrative. Non sono certo io a scandalizzarmi di questo fatto: so come è fatta, e come va la politica. Ma voglio ricordare che siamo qui in rappresentanza dei cittadini, non dei nostri partiti.

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