mercoledì 20 febbraio 2013

PALENZONA, LO SCATOLONE DI SOLDI E LA PRESCRIZIONE

Mi sorge il dubbio che mi sto cercando delle grane ma due parole bisogna pur dirle su questa vicenda.
La notizia è questa: “Fabrizio Palenzona, vicePresidente di Unicredit e Presidente di Gemina è indagato per ricettazione dalla procura di Lodi, nell’ambito di una inchiesta nata da un troncone della vicenda delle scalate bancarie del 2005. A quasi otto anni di distanza dalla tentata scalata della Bpi, guidata da Gianpiero Fiorani, ad Antonveneta, la Procura di Lodi, infatti, è riuscita a chiudere una tranche di quell’indagine partita a Milano. Il filone su Palenzona è scaturito da alcune dichiarazioni dell’ex direttore generale di Bpi, Gianfranco Boni che aveva riferito di aver versato «soldi in contanti presi da uno scatolone» a Palenzona perché quest’ ultimo mettesse in atto, attraverso i suoi contatti politici, una sorta di lobbismo a favore di Bpi. Lo stesso Gianpiero Fiorani, peraltro, aveva parlato, a verbale, di versamenti a Palenzona per favorire la Banca Popolare di Lodi nell’acquisto dell’Iccri, di cui Unicredit aveva il 40%.”
Le accuse di cui deve rispondere Palenzona cadranno a breve: trascorsi 10 anni infatti il reato di ricettazione cade in prescrizione. Quindi, è probabile (se non certo) che non vedremo la fine di questo processo. Il che significa anche che non faremo chiarezza sulla vicenda, accaduta quando il Pozzolese Palenzona era – tra l’altro – Presidente della Provincia di Alessandria.
 La Procura ha anche disposto rogatorie internazionali sui conti esteri posseduti da Palenzona a Montecarlo, a Nassau (Bahamas) e in Svizzera.
 Io sono un ipergarantista: fino a prova contraria (cioè alla condanna) presumo che la persona accusata sia innocente. Peccato che l’arrivo della prescrizione possa impedire l’accertamento della verità.
Mi resta una domanda: ma che cavolo serve avere un conto alle Bahamas? Bho…

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