Lunedì
scorso il Consiglio Comunale di Novi si è riunito per discutere,
ancora una volta, di terzo valico ferroviario. Purtroppo non stavo
bene e non sono potuto andare – la mia prima assenza. Ma mi ero
preparato qualcosa da dire, e lo dico qui.
L'impatto
che l'opera del terzo valico avrà sulla nostra città, sia durante
la fase di esecuzione dei lavori, sia quando l'opera sarà terminata
e funzionante, sarà enorme. Dobbiamo risalire al 1850, quando la
regia ferrovia Torino-Genova arrivò a Novi Ligure, per trovare
l'altro evento che cambiò radicalmente volto, e storia, alla nostra
città.
Ora
Novi si trova di fronte ad un nuovo momento epocale. Così come nel
1850 il Re non chiese ai novesi se volevano la ferrovia, così oggi
la legge obbiettivo non ci chiede un assenso su questa grande opera.
Ciò non ci toglie però il diritto di esprimere le nostre
osservazioni e considerazioni.
Una
mozione presentata da Unità per Novi e una presentata dall'Italia
dei Valori ci chiedono – nuovamente - un parere su questo
progetto. Un parere che, ricordiamolo, non sarà vincolante per chi
sta lavorando per realizzarlo.
Non
è semplice esprimere un parere su questa opera complessa. Quando mi
trovo davanti ad un problema complesso, cerco di trasformarlo in
sotto-problemi più semplici. Così, la domanda che oggi ci pone la
mozione io la divido in altre tre domande.
La
prima, se l'opera sia utile di per sé. La seconda, se l'opera sia
utile oggi. La terza, se l'opera sia utile a Novi.
Alla
prima domanda io rispondo sì. Non ho alcun dubbio sul fatto che il
trasporto su ferro sia migliore al trasporto su gomma, così come il
trasporto via mare è migliore del trasporto via terra, comandanti
vari permettendo. Costa meno e inquina meno, semplicemente.
Io
credo che chi dice che senza una rete efficiente e veloce di
collegamenti ferroviari rischiamo di restare ai margini dell'Europa
dica la verità. Credo si stia giocando, sul tema del trasporto
ferroviario, un partita importante per lo sviluppo futuro del nostro
paese e come è ovvio c'è anche chi spera che l'Italia resti fuori
da questa partita.
Io
credo che sia giusto dire che le grandi opere portano lavoro, e il
lavoro porta benessere.
Penso
che un forte investimento pubblico sulle infrastrutture del paese sia
un investimento sul futuro e un investimento sul lavoro. Io vorrei
lasciare ai miei figli un paese in cui ci si sposta più velocemente,
senza inquinare troppo, senza spendere troppo (perché significa che
si spostano tutti, e non solo i più facoltosi) in cui le merci
viaggiano e magari durante il transito vengono anche lavorate,
prendono valore.
Se
analizziamo storicamente i grandi investimenti, le grandi
infrastrutture, che nel secolo scorso hanno permesso di creare la
rete di trasporto del nostro paese... nessuno può riuscire a
sostenere che quegli investimenti siano stati un danno al paese. Sto
pensando alle autostrade, alle ferrovie...
Per
quanto detto, per i riflessi che hanno sulle persone e sul lavoro,
credo che una persona che sta a sinistra non possa avere grandi dubbi
sul sostenere le grandi opere per l'impatto generale positivo che
esse hanno avuto, e ragionevolmente avranno, sulla società.
Quindi,
in termini più generali, sono favorevole alle grandi opere.
Alla
seconda domanda (il terzo valico è utile oggi) la risposta non è
così netta. Il nostro paese sta attraversando un momento economico e
storico difficilissimo. Alla crisi economica si associa un rapporto
giunto al minimo livello tra i cittadini e i loro rappresentanti. Non
c'è fiducia nei “politici” e nelle loro scelte. In un momento in
cui è necessario chiedere sacrifici ai cittadini, occorrerebbe avere
una classe dirigente che goda di fiducia e oggi non è così. Questo
è un problema grave quanto la crisi economica e occupazionale che il
paese sta attraversando.
E'
oggi il momento giusto per investire una cifra enorme (oltre 6
miliardi di euro) in una linea ferroviaria? Quante altre priorità ci
sono oggi in Italia? Citandone una per tutte, non sarebbe forse più
utile mettere mano, con le stesse risorse, al dissesto idrogeologico
del paese? Se fossi il Presidente del Consiglio, direi
che oggi il paese ha altre urgenze. Ma sono solo un consigliere
comunale di Novi Ligure, e queste scelte non competono a me.
La
terza domanda: il terzo valico è utile a Novi? Quest'opera inciderà
pesantemente sulla nostra città. Il basso pieve sarà stravolto e se
in fase di progettazione esecutiva non si terrà conto delle
osservazioni del nostro comune, e si procederà alla realizzazione
dello shunt, la situazione sarà ancora più pesante. L'impatto sarà
totalmente negativo? Non ho la sfera di cristallo. Non l'ha
nessuno. Nessuno oggi è in grado con certezza di fare il conto dei
pro e dei contro e rispondere a questa domanda. Ma credo che si possa
lavorare per aumentare i fattori positivi e diminuire quelli
negativi.
Se il nostro comune, nel 2005, avesse detto
semplicemente No al progetto (o semplicemente Si) probabilmente
assisteremmo come spettatori a questa opera. La posizione espressa
allora da questa amministrazione fu una posizione che evidenziò
molte criticità e che io oggi condivido fino in fondo. E' stato
fatto uno studio approfondito del progetto e sono state presentate
proposte che mirano a mitigare l'impatto dell'opera. Altri comuni non
hanno voluto o potuto fare uno sforzo simile e ora rischiano di
assistere muti al passaggio della linea. Novi ha presentato un
lavoro serio che non è stato possibile ignorare.
Il
gruppo di lavoro che si costituì 7 anni fa, e che oggi continua a
lavorare, analizzò il progetto è fece delle proposte serie e
motivate. Quel lavoro dimostro la serietà che questa amministrazione
dedica al problema.
Quell'atteggiamento
ci mette in condizione di portare avanti un lavoro fondamentale, che
dovrà à impegnarci – noi e chi verrà dopo di noi in questa sala
– in una costante opera di monitoraggio.
Sarebbe
tutto più facile se non avessimo un po' di diffidenza nel nostro
paese. Abbiamo visto in passato grandi opere che si sono trasformate
in cattedrali nel deserto. Se al lavoro di realizzazione non si
accompagnerà un lavoro di potenziamento del porto di Genova, e una
azione forte volta a limitare il trasporto su gomma, il rischio c'è
eccome.
Abbiamo
visto in passato opere che, durante la realizzazione, hanno visto
lievitare enormemente i costi. Abbiamo visto opere minate alle basi
dalle infiltrazioni della criminalità organizzata. Questi timori ci
sono eccome. Ma non possiamo ridurci a pensare di vivere in un
cattivo paese in cui è meglio non fare nulla. Se perdiamo fiducia
nelle nostre istituzioni perdiamo tutto. E' anche vero però che le
istituzioni fanno di tutto, spesso, per farcela perdere questa
fiducia. Ma non possiamo rassegnarci e consegnare il paese alla
cattiva politica, al malaffare.
Nel
corso dell'ultimo anno abbiamo assistito a qualche tentativo, per lo
più infruttuoso, di avviare i lavori. Abbiamo visto un grande
movimento popolare che ha espresso una contrarietà chiara all'opera.
Quasi tutte le preoccupazioni espresse dal Comune di Novi, e dagli
altri Comuni, sono rimaste tali. Non ci sono state risposte certe su
temi fondamentali come la presenza di amianto, il rispetto delle
falde idriche, l'impatto della cantieristica sul territorio e sul
traffico.
12 Comuni tra cui Novi, di fronte a questa assenza di
risposte, hanno chiesto una moratoria. Che vuol dire fermare tutto,
subito.
Molta
polemica e molta disinformazione è stata fatta nell'ultimo periodo.
Queste azioni non vanno certo nell'interesse dei cittadini e del
territorio, ma giovano solo alla lotta politica e partitica che
alcuni hanno messo in campo – permettetemi di essere duro - sulla
pelle dei cittadini.
E' stato detto che a Novi abbiamo detto sì
al terzo valico in cambio di una rotatoria. Questa affermazione è
falsa. In primis, perchè il comune di Novi non ha detto sì, perchè
nessuno glielo ha chiesto. La legge obbiettivo, ricordate? Il Comune
di Novi ha invece presentato proposte volte a mitigare l'impatto del
tracciato e della cantieristica. Tra le tante, ricordo la più
importante: la richiesta di eliminazione dello shunt per il raccordo
della nuova linea con la storica per Torino. Se accolta, questa
proposta porterà due risultati importantissimi. Il primo,
l'eliminazione di ben 7 chilometri di tracciato in territorio novese,
andando a ridurre in maniera molto forte l'impatto dello stesso sulla
nostra campagna. Il secondo, reinserire lo scalo di San Bovo
all'interno del tracciato e quindi prospettare uno sviluppo e un
rilancio dello stesso.
Se
questa richiesta del nostro comune verrà accolta – e una prima
delibera lo ha già fatto – saremo riusciti a svolgere un ruolo
determinante per ridurre l'impatto dei lavori, e portare a Novi
prospettive di sviluppo. Non saremmo riusciti ad ottenere nulla se ci
fossi limitati a dire No, e a salire sulle barricate ideologiche.
Quindi,
per concludere, io come cittadino dico che questo progetto non sia da
fare. Almeno, non ora. Come amministratore, però, ho un compito
diverso. Ho il dovere di cercare di tutelare la mia città, e non la
mia ideologia personale. E questa tutela – io credo - passa
attraverso la volontà di affrontare i problemi, di capirli fino in
fondo, e cercare di cogliere tutte le occasioni possibili per far
valere, in tutti i tavoli, gli interessi della nostra Città.
Invece
noto con dispiacere che questo tema viene usato sempre più da alcune
forze politiche locali come occasione di propaganda , come occasione
di visibilità. C'è un continuo tentativo di mettere il proprio
cappello sul movimento di opposizione e mettere le proprie bandiere
in testa al corteo, sperando così di ottenere il consenso dei tanti
cittadini che – senza aver bisogno dei partiti – si stanno
opponendo a questo progetto. Un tentativo che io credo sia stato ben
compreso dai cittadini, sia da quelli che sono contro all'opera, che
da quelli – più silenziosi - che sono a favore. La situazione
chiede a tutti noi che abbiamo l'onore e l'onere di cercare di
amministrare questa Città un atteggiamento profondamente
responsabile. Cercare di ottenere i riflettori della stampa locale
in questo modo non serve a nessuno.
Dietro
a queste mozioni vedo una azione politica che – seppure legittima –
non condivido. Il tentativo è quello di alzare la bandiera NOTAV e
di voler associare tutti quelli non si schierano con la mozione sotto
la bandiera SITAV. Io non mi presto a questo gioco. Può esser
comodo fare le “anime belle” e dire in giro “io sono contro”,
ma questo non giova alla città.
Questa
mozione ha portato in consiglio i giochi della politica, delle
segreterie dei partiti. I movimenti di posizionamento dei partiti
cittadini in vista delle prossime elezioni amministrative. Non sono
certo io a scandalizzarmi di questo fatto: so come è fatta, e come
va la politica. Ma voglio ricordare che siamo qui in
rappresentanza dei cittadini, non dei nostri partiti.